
Visita ostetrica
Le visite iniziano generalmente dopo l'esito positivo del test di gravidanza e si ripetono con cadenza mensile fino al momento del parto. Servono infatti per controllare l’evoluzione della gravidanza.
Durante il primo incontro il medico raccoglie tutte le informazioni al fine di accertare lo stato di salute della futura mamma, prescrivendo gli accertamenti necessari sia per quanto riguarda la gestione della gravidanza sia per verificare eventuali patologie preesistenti o quelle potenzialmente trasmissibili al feto. Verrà inoltre eseguita la prima ecografia e, se necessario, il Pap-Test.
Nel corso della visita, si procede inoltre alla misurazione della pressione arteriosa ed il peso corporeo iniziale della gestante. Verranno poi discusse le varie tecniche di diagnosi prenatale (invasiva e non invasiva) volte ad accertare il benessere del nascituro, consigliando la futura mamma sullo stile di vita da condurre durante il periodo di gravidanza (partendo dalla cura del corpo, dei capelli, l'attività sessuale, il corretto stile di vita alimentare, l’attività fisica, fino ad arrivare a consigli per quanto riguarda l'organizzazione del lavoro e dei viaggi).
Nelle visite ostetriche successive, il medico visionerà le analisi effettuate, discutendo con la paziente su eventuali problematiche insorte nel frattempo (ad es.: nausea, vomito, disturbi dell’evacuazione, perdite genitali, ecc.).Verranno misurati i parametri di peso e pressione, la crescita dell’utero ed il battito cardiaco fetale.
In prossimità del momento del parto, il medico indirizzerà la gestante verso i controlli specifici da effettuarsi, suggerendo anche i corsi di preparazione al parto al fine di portare la futura mamma nelle migliori condizioni psicologiche e fisiche per affrontare il travaglio e la nascita.
Ecografia
L’ecografia ostetrica è un esame che consente di visualizzare su un monitor il feto contenuto nell’utero materno, attraverso l’utilizzo di una sonda che, appoggiata sull’addome della madre, indirizza sullo stesso feto onde sonore ad alta frequenza, del tutto innocue e non udibili dall’orecchio umano. Si tratta di un esame sicuro, preciso e non invasivo.
Nel corso di una gravidanza normale devono essere eseguite almeno tre ecografie ostetriche, nel primo trimestre (in genere tra la 11a e la 13a settimana, utilizzando preferibilmente una sonda ecografica transvaginale), nel secondo (a 19-22 settimane) e nel terzo trimestre (a 30-34 settimane). L’esame può essere ripetuto più volte, o eseguito in periodi differenti della gravidanza, su indicazione del medico. Con la prima ecografia, possibile visualizzare il numero dei feti – verificando che si tratti o meno di una gravidanza gemellare – l’attività del cuore del feto e i movimenti del feto stesso. In seguito all’esecuzione di questa ecografia il medico riesce a determinare il periodo esatto della gravidanza.
Con la seconda ecografia, detta “morfologica” si valutano gli organi fondamentali del feto – la testa, l’addome e il femore fetale, la colonna vertebrale – e le misurazioni ottenute vengono confrontate con quelle delle curve di riferimento. Un’operazione che permette di verificare che il feto abbia le dimensioni giuste, proprie del periodo esaminato, e non presenti malformazioni. Il buon risultato dell’ecografia morfologica dipende anche dalla posizione assunta dal feto.
La terza ecografia, detta di “accrescimento”, serve soprattutto per verificare la crescita del feto, facendo riferimento agli stessi organi misurati nella “morfologica”, calcolandone anche il peso. Nel caso in cui si registrino patologie della crescita, possono essere programmati controlli ecografici aggiuntivi, per monitorare l’andamento della gravidanza fino al termine ostetrico. L’ecografia ostetrica non ha una durata standard: l’esame può essere più o meno lungo, a seconda del caso studiato e della persona che vi si sottopone.
Diagnosi prenatale
Per Diagnosi Prenatale si intende l’insieme delle indagini, strumentali e di laboratorio, mediante le quali è possibile monitorare lo stato di salute e di benessere del feto durante il corso della gravidanza. L’impiego delle tecniche di diagnosi prenatale è volto ad identificare patologie che interessano il feto su base morfologica, genetica, infettiva, iatrogena o ambientale.
I test usati non possono esaminare tutte le malattie esistenti.
Esistono due tipologie di esami all’interno della Diagnosi Prenatale:
- Test di screening
- Test diagnostici
I Test di screening attualmente in uso sono il bi-test e lo studio del DNA fetale, ed hanno il vantaggio di essere esami non invasivi. I Test diagnostici, invece, comprendono la Villocentesi, l’Amniocentesi e la Funicolocentesi (utilizzata in casi molto rari). Questi test hanno lo scopo di dirci con certezza se il bambino abbia o non abbia una malattia cromosomico-genetica.
Preparazione del pavimento pelvico per il parto e accompagnamento alla nascita
L’ostetrica dopo un’attenta valutazione del pavimento pelvico, effettua già dalla 13° settimana una o più sedute individuali al mese fino al termine della gravidanza. Nel corso delle sedute si eseguendo specifiche manovre sulla muscolatura del pavimento pelvico, mirati esercizi di elasticizzazione muscolare, rieducazione del pavimento pelvico, biorivitalizzazione dei tessuti perineali con insufflazioni di ossigeno, esercizi posturali ecc. Inoltre, la futura mamma e il futuro papà vengono accompagnati alla nascita con consigli personalizzati per il travaglio, il parto e il post partum.
Assistenza all’allattamento
L’ostetrica consulente di allattamento IBCLC accompagna la donna all’allattamento fin dalla gravidanza. Insegna alla futura mamma come preparare il seno durante la gravidanza e offre supporto fin dalle primissime poppate assistendo la famiglia in caso di difficoltà con l’allattamento, (difficoltà di attacco, ingorgo, mastite, ragadi ecc). Accompagna le mamme che allattano durante il periodo di rientro al lavoro e supporta e consiglia la famiglia durante lo svezzamento naturale e/o l’autosvezzamento.
Riabilitazione del pavimento pelvico dopo il parto
Dopo il parto tutte le donne dovrebbero intraprendere un percorso di riabilitazione del pavimento pelvico, comprese le donne che hanno partorito con taglio cesareo. La muscolatura dell’addome e del pavimento pelvico viene sollecitata in primis durante la gravidanza per via del notevole peso che deve sostenere e per via della postura della donna che è caratterizzata da un eccesso di lordosi. Durante il parto lo stiramento dei muscoli del pavimento pelvico, eventuali danni muscolari e lacerazioni possono provocare un prolasso vescicale e/o rettale, beanza vulvare, dolore durante i rapporti, incontinenza urinaria ecc Una corretta preparazione del pavimento pelvico in gravidanza può prevenire questi disagi. Ma in ogni caso, anche in assenza di una sintomatologia fastidiosa, è consigliata per tutte le donne la riabilitazione del pavimento pelvico dopo il parto.